Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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C'era due volte il barone Lamberto

219724
Gianni Rodari 26 occorrenze
  • 1996
  • Edizioni EL - Einaudi Ragazzi
  • Trieste
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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C'era due volte il barone Lamberto

, Singapore, eccetera), sempre malato. Le sue malattie sono ventiquattro. Solo il maggiordomo Anselmo se le ricorda tutte. Le tiene elencate in ordine

C'era due volte il barone Lamberto

segnalazione per salutare un altro gruppo di boy scouts attendato su un'altra montagna. Uno dei razzi illumina in pieno il solenne aerostato e le sue

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C'era due volte il barone Lamberto

Ne passeranno degli anni e dei secoli prima che le acque azzurre del Cusio rivedano un funerale come quello del barone Lamberto, piú bello di un film

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portarsi a ventimila metri di altezza e in quel punto convergessero tutte le parole che vengono pronunciate sul lago e intorno al lago da tutte quelle

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C'era due volte il barone Lamberto

Delfina è la prima a svegliarsi dopo due giorni e tre notti di sonno forzato. Non si rende conto subito di essersi svegliata; anzi, le sembra di aver

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C'era due volte il barone Lamberto

Epilogo Le favole di solito cominciano con un ragazzo, un giovinetto o una ragazza che, dopo molte avventure, diventano un principe o una principessa

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poi, alla fin dei conti, il mare riceve le sue spettanze: difatti le acque della Nigoglia, dopo una breve corsa a nord, si gettano nello Strona, lo

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C'era due volte il barone Lamberto

malato. Le sue malattie sono ventiquattro. Solo il maggiordomo Anselmo se le ricorda tutte. Le tiene elencate in ordine alfabetico in un piccolo taccuino

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quel «bèèè bèèè bèèè» che le è stato rimproverato. Anche lei come la signora Merlo, per non annoiarsi, lavora a maglia e ci si trova bene. Non deve

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è spaventato? Si ritira nella sua tana? — Le sue rughe, signor barone... La faccia del vecchio signore è come rappresa in una ragnatela fittissima di

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cento lire. Ecco, testa. Si parte. Cinque ore di macchina, cinque minuti di barca, cinque minuti a piedi per le viuzze dell'isola di San Giulio, e

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cuore, preme il grilletto e lascia andare sette colpi. Tornando a letto si frega le mani: «Stavolta voglio ben vedere!» E chi gli dà la sveglia, la

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, sopraggiungendo. — Si scansi e ci lasci lavorare. Delfina, tocca a me. Delfina si alza e si stira le braccia. Armando siede al suo posto e attacca

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quarta ci sono alcuni commendatori con le loro famiglie. Sulla quinta un vecchio signore solitario come un cane. È gente che risiede sull'isola: le

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uomini le hanno dato forma con il loro lavoro. Se si vede del verde, la natura non c'entra: sono i giardini delle ville. Non si vedono rocce, ma

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ascoltare con attenzione. Intanto non si preoccupi delle armi, non abbiamo alcuna intenzione di farle del male, se lei accetterà le nostre condizioni

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tutte le svolte panoramiche delle strade che fanno il giro del Cusio, sulla sponda orientale come su quella occidentale. Ci sono potenti teleobbiettivi in

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. C'è anche uno che vende, chissà perché, vedute del Colosseo. E c'è chi le compra. C'è sempre chi compra qualsiasi cosa, con qualunque tempo. I bar, i

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I ventiquattro direttori di banca e i loro segretari siedono in permanenza nel palazzo della Comunità della Riviera e di lí conducono le trattative

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— Osservino la testa. Quando mai il barone ha portato i riccioli? — Potrebbe essersi messo una parrucca, — mormora timidamente una voce. — E le rughe

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. Eredità, addio! Ottavio ha in tasca il sonnifero con il quale progettava di espugnare per conto suo la fortezza, passando per le soffitte. Ma non può fare

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pari a quello del presidente della Repubblica, piú vitto, alloggio e caramelle a piacere. Le caramelle sono per quando gli si secca la lingua. Di che

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che fa il signor Anselmo è ben fatto. Ottavio li guarda mangiare, fregandosi mentalmente le mani. A metà cena il signor Armando dà il cambio alla

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. Venti contando le dita dei piedi. — Lei, — dice il capobanda al signor Anselmo, — vada nella sua stanza e ci resti. Due a tenerlo d'occhio. Dov'è

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per uno, anche i ventiquattro segretari personali. — Potete entrare, — grida la donna dal balconcino, ma non buttate le cicche per terra! Risalgono

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Dorligo della Valle (Trieste) 1996 Altan/Quipos S.r.l. per le illustrazioni Progetto grafico della copertina: Gaia Stock Stampa e legatura Grafica

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